Il collettivo spagnolo Estampa, composto da programmator*, ricercatrici e registi, ha provato a mappare tutti i collegamenti che l’Intelligenza Artificiale Generativa ha con il lavoro, l’ambiente e la società. L'obiettivo? Smantellare il sottile misticismo magico di cui è intriso il racconto pubblico dell’AI generativa e di quel che riesce a produrre.
La mappa parte da lontano: dall’industria estrattiva nei paesi del sud del mondo dove vengono estratti rame, oro, cobalto e litio, materiali necessari per i chip, per le batterie e per varie componenti. L’estrazione delle materie prime ha un costo umano altissimo. Troppo spesso infatti per garantire le quantità necessarie al mercato, il lavoro diventa sfruttamento (anche minorile, come nel caso del Congo), e l’estrazione delle materie prime finisce col compromettere la biodiversità del luogo, oltre a ricreare uno schema di potere analogo al
colonialismo.
Non solo le materie prime, anche le infrastrutture sono problematiche. I data center e i server necessari per allenare e mantenere in funzione questi sistemi consumano enormi quantità di energia, ancora troppo spesso prodotta a partire da combustibili fossili, con enormi conseguenze sulle emissioni di CO2. Ma l’impatto ambientale dell’AI non si ferma all’emissione di gas serra, riguarda anche le enormi quantità di acqua necessarie per il raffreddamento dei server (in aumento del 60% negli ultimi 4 anni) e la produzione di rifiuti elettronici difficili da smaltire.
Un altro punto fondamentale della mappa riguarda il lavoro umano dietro l’AI generativa. Innanzitutto questi sistemi hanno bisogno di enormi quantità di dati per l’addestramento, dati che vengono raccolti da internet, muovendosi in una zona grigia delle leggi sulla proprietà intellettuale di ciò che è diffuso online. Questo metodo di raccolta dati inoltre richiede un immenso lavoro di pulizia e controllo: tantissime delle cose che si trovano su internet sono violente, razziste, sessiste o pornografiche ed è necessario che qualcuno rimuova questi contenuti tossici. Troppo spesso questo ingrato compito viene svolto da lavoratori e lavoratrici precari.
Il quadro che emerge dal lavoro di Estampa mostra questioni difficili, ma d’altronde le mappe servono proprio ad orientarsi.
Non si tratta di demonizzare l’Intelligenza Artificiale Generativa, quanto piuttosto di recuperarne la complessità, o meglio di costruire collettivamente una visione critica e costruttiva delle sfide del progresso tecnologico.
Insomma, è necessario abbandonare l’idea di ✨magia✨ per progettare un futuro giusto e sostenibile, anche per l’intelligenza artificiale.
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