Bene, perché parlare di trattori? E perché il presidente degli Stati Uniti se ne sta occupando con tanto di stampa al seguito? Bisogna partire da qualche decennio fa, con l'avanzare della tecnologia digitale, che ha permesso innovazione e sviluppo in tutti i settori. Quello agricolo ha sviluppato nel corso del tempo una totale dipendenza nei confronti delle case produttrici degli oggetti tecnologici, dai trattori alle falciatrici. Se hai avuto la fortuna di frequentare uno zio, un nonno o un conoscente con un campo o un'attività agricola, ricorderai le sue mani sporche di benzina e grasso, oltre che i suoi vestiti pieni di erba e piante varie. " Sporcarsi le mani" ha sempre voluto dire non soltanto lavorare la terra, ma anche aggiustare da sé i propri strumenti del mestiere, che si conoscevano come le proprie mani, appunto. Cosa è successo, quindi? John Deere, che gestisce quello che è
ormai un monopolio nel mercato agricolo americano, vende da decenni trattori la cui riparazione è legata ad un’interfaccia digitale funzionante solo attraverso il pagamento di un abbonamento di assistenza o di un tecnico specializzato. L'azienda custodisce insomma le “password” necessarie a sbloccare l’interfaccia e rimetterla in funzionamento.
I legittimi proprietari di questi oggetti tecnologici non sono quindi in grado di ripararli da soli, se non attraverso la casa produttrice. Non so te, ma quando ho letto questo articolo ho staccato gli occhi dallo schermo e ho guardato il computer con il quale lo stavo leggendo, e con il quale lavoro. Sarei mai in grado di ripararlo? So come funziona l'hardware (ossia l'insieme di elementi fisici che lo compongono)?
La notizia a proposito dei trattori è quindi che Biden sembra voler rompere il rapporto di co-dipendenza tra gli agricoltori e la casa di produzione John Deere, garantendo quello che viene definito "diritto alla riparazione". Sarebbe la prima volta che un presidente prende in carico il diritto dei consumatori di riparare le proprie cose.
Questo stesso diritto andrebbe garantito in tutti i settori, per tutti gli oggetti tecnologici. Questo per evitare che si renda attuale la distinzione che il filosofo americano John Zerzan fa tra strumenti e dispositivi tecnologici. Intendendo con i primi quelli che rimangono sotto il controllo di chi li usa (come una penna, ad esempio), mentre i secondi "conducono chi li usa sotto il controllo di chi li produce".
Questo stesso diritto che dovrebbe permetterci di conoscere gli oggetti che usiamo quotidianamente. Per riparare un oggetto, infatti, è necessario conoscerlo, e conoscerlo significa avere potere su di esso.
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